IM Cervia: E’ Stato un lungo viaggio

Pubblicato da Riccardo Grandi il

Premessa:

Ricordo ancora un istante, in auto, in cui Marina, quasi sarcasticamente, mi disse: ‘sai che c’è l’Ironman a Cervia… Ti piacerebbe farlo!!!‘.

IO ricordo quell’istante…

La mia condizione di forma era discreta, ma non buona. Alcuni anni di sotto attività e di dedizione ad altri sport avevano fatto risalire la mia, ehm, massa oltre il desiderato e abbassare il mio fitness. Il ginocchio destro con due legamenti rotti, ma ben riparati, aveva lasciato posto al fratellino che dava problemi,  

ma la testa  raccontava un’altra storia… ‘lo puoi fare’.

Di triathlon insieme agli amici, vicini e lontani ne avevo vissuti diversi, su tante distanze. Fisiologicamente credo di adattarmi meglio a sforzi lunghi, rispetto a quelli che mi costringono a intense e brevi sofferenze massimali, di sicuro non sono veloce, certamente non nella corsa.

In ogni persona che ha terminato un triathlon e in particolare quelli su distanze abbastanza lunghe in un angolo del cervello si annida quella fiammella che ti invita allo sforzo ulteriore, quella cosa che si chiama…. beh, quello…

La fiammella si è accesa…. Ed è diventata quasi un falò…

Prima dell’inizio

Il ginocchio sinistro dava problemi ed era importante risolvere il tutto al più presto, pure un piacevole stiramento inguinale, rimediato con lo Yoga e giocando compulsivamente a Tennis ‘inguaiava la situazione’; era solo ottobre e c’era tempo….

Sono un informatico da tanti anni e il pensiero ’PLEASE DON’T PANIC: risolvi una cosa alla volta e ci salti fuori…’ è quasi un mantra.

Senza tergiversare troppo, eseguo una risonanza al ginocchio malaticcio che (come quasi scontato) mostra una bella frattura e altre piccole patologie. Le cause? boh..! qualche attività fatta a caso con preparazione sommaria, sicuramente l’usura degli anni che passano. Torniamo dall’ortopedico che già ‘mi aveva aggiustato’ in tempo record due anni prima i legamenti: ricordate Amici (vero Fra?) quella fantastica partita di tennis, il sabato, dopo la Maratona di Firenze? e la cena a casa di Nadia. con la gamba rigida.

Tempo un mese e i ferri del chirurgo riparano il tutto.

5 Dicembre, ventiquattrore passate e non mi par vero: è solo il giorno successivo all’operazione e ho già meno fastidi che nei mesi precedenti. Il secondo giorno provo ad andare sui rull, non ho alcun dolore. Il fisioterapista al terzo giorno si è risentito un poco della mia follia e non l’ha presa tanto bene: mi ha ‘cazziato’ davvero tanto.

Testardo, un poco irresponsabile e non potendo usare i rulli… si va in piscina! Il quarto giorno: si nuota con i cerotti impermeabili. La settimana successiva la bici era in strada, con calma, ma pur sempre in strada; è dicembre, c’è tempo.

No, non è da Rambo, non c’era assolutamente alcun dolore o gonfiore, non c’è mai stato, come se il tutto fosse stato fatto ad un altro.

Analizzo la situazione: il ginocchio è OK, l’inguine NO, ma passerà, c’è tempo… non posso correre, ma correrò.

Il falò è un incendio

Alcuni amici EMA e FRA già sapevano delle mie idee, dei miei progetti; Marina non ancora. Scoprì il tutto in una cena da questi ‘malfidi’ amici ;-). Non era un segreto, ma volevo essere sicuro al 100%.

Le dita sfioravano il ‘PAGA ORA’ del Website di iscrizione, ogni sera come la precedente, ma poi la pagina veniva chiusa, (ma che faccio, non ho il tempo, costa troppo, non sono a posto, ma sei pazzo…). Ogni giorno l’idea sembrava meno assurda e prossimo a ‘scadenze favorevoli’ (pochi euro di vantaggio) il dito comandato da un momento di follia maggiore, non è fuggito, ha premuto quel tasto. La scusa mentale ? ‘tanto se non lo riesci a fare quest’anno puoi rimandarlo al prossimo, ma solo se ti iscrivi entro il….   ’(sono demoni del marketing).

Il cervello è una macchina complessa e il pensiero profondo differisce da quello superficiale, l’idea di poter rimandare la prova ha anestetizzato l’azione rendendola tollerabile, anzi quasi normale e scontata.

È il 30/12/2017 ore 14:05: arriva la conferma dell’iscrizione: NOVE MESI… ci si deve organizzare…. (in nove mesi si fanno cose più complicate)

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Informo Paola, prima TRIcollega (insieme a Davide) in quel di San Giovanni P. e Saverio, vecchi compagni di tri-avventure, unici che lo fanno ancora veramente. Francesco è Emigrato, Davide si è stancato, gli altri latitano un pochino 😉

Gli Amici sono resi parte del mio progetto… mi guardano un po’ ‘straniti’, ma partecipi dei miei mesi futuri.

AHIA NON POSSO PIU’ TIRARMI INDIETRO, lo scopo di comunicarlo è anche quello.

Saverio si offre di allenarmi, ma non voglio rompere le p. e cerco di disturbarlo il meno possibile, chiedendo consigli,  supporto morale e correttivo dei piani di allenamento, Paola mi dà un po’ del disagiato, giustamente, quando le confesso di farlo anche per darmi un obiettivo: in caso contrario sarebbe stato il continuo cazzeggio in attività fatte a caso.

E’ FATTA, Si Parte

Da sempre studio le mie mediocri prestazioni con ogni prodotto in commercio, ho tutti i gadget sportivi in commercio, sono iscritto a tutti i siti di analisi delle prestazioni sportive. In bici senza POWER METER non vado neppure a fare la spesa in centro, i battiti cardiaci li monitorizzo da quando sono in fasce…, beh non proprio, sono troppo vecchio. Vai di STRAVA, GARMIN CONNECT, SPORTTRACK, TRAININGPEAKS, PLAN2PEAK, BESTBIKESPLIT…. Se mi allenassi tanto quanto guardo i numeri: forse sarei più ‘forte’. (meno divertito)

Leggo di tutto: FRIEL, COGGAN, BYRN, SCOTT, DIXON, studio a fondo software di analisi prestativa… non perché realmente mi serviranno, ma perché mi piace. Decido di usare TRAININGPEAKS (beh anche tutti gli altri…) perché un po’ fa figo… NO dai… in realtà è l’unico che analizza tutti gli sport con i relativi carichi cumulativi e in più perché esistono molti programmi di allenamento da poter utilizzare, ed eventualmente da correggere.

I rulli diventano la normalità nelle serate invernali, il nuoto con I Master idem, la pausa pranzo è un MUST, la corsa diventa più fattibile man mano che i fastidi all’inguine si quietano

La condizione migliora, in bici siamo ancora lontani da quanto dovrò raggiungere, il nuoto: beh vivacchio, un 4000 non è poi sta cosa impossibile e si può ‘portare a casa’ anche con poco allenamento fatto a caso, mal che vada impiegherò cinque minuti in più, il RUN si assesta e aumentano i chilometri.

Le uscite con nuovi amici dell’MDS, vecchi amici del MDS e compagni di storiche pedalate ed epiche avventure… Davide, Emanuele, Nadia, Gianca… Marina diventano abituali.

Il meteo migliora, le uscite si allungano, gli allenamenti si intensificano di durata e numero

Le settimane passano veloci, ritagliando tempo qua e la per far spazio alle cose importanti: i Combinati, i Lunghi.

In tutto questo tempo Marina e Amici formano un supporto indispensabile

I mesi passano rapidissimi tra gite, vacanze semi sportive, garette, allenamenti, programmi da seguire e da modificare. IL BASE PERIOD di Friel è andato, ahia, siamo al periodo critico… mancano tre mesi e ora si deve fare sul serio…

Una calda estate

I mesi estivi sono fantastici, tanta luce, più tempo a disposizione, tutti disposti a muoversi maggiormente, la frutta buona… non come quella invernale, le birre gelate… (ma non dovevo smettere di bere?), peccato che ci sia anche sempre più caldo del dovuto per allenarsi… ma questo vale per tutti!!

Di questo periodo ricordo istanti: Sveglie all’alba, lunghe e noiose uscite ciclistiche su improbabili anelli in pianura a sforzo costante, uscite di running solitarie cricetando vicino a casa, il nuoto all’aria aperta… (che meraviglia rispetto al pallone dei mesi invernali); ricordo gite ciclistiche verso ‘la montagna’ con trail domenicali (L’Alpicella con Gianca e altri amici), le lunghe ciclettate verso il mare con Davide ad orari improbabili per sfuggire all’afa: due pazzi con le luci pedalando su via Emilia alla ricerca dei bar notturni; La minivacanza a Livigno con acquisti compulsivi ed un GAVIA in mezzo. Il supporto di Ema, che sempre si offriva di accompagnarmi, scontrandosi poi talvolta con la realtà delle tante cose da fare, ma che più volte ha rinunciato a quelle cose per essermi a fianco in uscite perverse in bici e di corsa… di Nadia che mi allunga la borraccia in un lungo giorno di combinato…

Una frazione di vita breve, lunga, non so. Ora la percepisco come un battito di ali, ma prima dei programmi settimanali di allenamento non era certo così, un vantaggio esisteva, la gara era ancora lontana e non generava stress.

Settembre

Sensazioni controverse… calano gli allenamenti… vai di TAPERING (ormai ne so a pacchi), ma tanto quanto calano le ore di sport, tanto aumenta ‘quella sensazione di imminenza’ di un evento…

Una presenza importante insieme ad altre presenze importanti

Oltre alla certezza delle pene che soffrirò ci sono grandi emozioni che potrò ‘gustare’: un amico, un fratello, che viene dal suo mare solo per seguirmi, in un momento così sconvolgente della sua vita: è diventato papà, abbandonerà per un week end il figlio che da poco ha assaggiato questo mondo. Altri, numerosi amici e Familiari, anche se geograficamente più vicini, hanno deciso di investire un week end per seguirmi in questa avventura, per sostenermi e per vivere con me questo momento, non li citerò, non è necessario, non ora.

Molto vicini

Manca una settimana… lo stress, l’ansia, la determinazione sono al massimo. Insieme a Marina investiamo il weekend in Romagna… io provo il percorso bike, nuoto in mare, corro, lei prova la spiaggia e nuota con me, un modo per rilassarsi, un modo per sfruttare forse le ultime giornate calde d’estate.

Credo di essere un nuotatore discreto, per non essere mai stato un agonista da giovane: di certo non ho problemi con il nuoto in mare anche quando le condizioni sono sfavorevoli, (però le meduse NO, le odio). Ruberei, però, la tranquillità di Marina in quell’ambiente… quando un nome è un significato.

PS le previsioni meteo per il week end successivo sono terrificanti (e sbagliate)

Inizia la settimana breve… lavoro con un pensiero: preparare tutto, generalmente sono caotico, preparo borse ed attrezzatura 1 ora prima della partenza… in questa occasione NO…. tre giorni di preparazione, ogni cosa in ordine, le barrette preferite, sali, cerotti, BICI, scarpe, muta, testo tutto, stringo tutti i bulloni, carico le batterie, preparo l’attrezzatura tecnica, le chiavi per la bici, capi sportivi per una intera squadra. Curo l’alimentazione, riduco le fibre, aumento carboidrati e proteine, mi astengo quasi completamente dagli alcolici, dai una birretta me la sono fatta.

Un attimo ed è giovedì; si parte verso Cervia

Cervia

Giorni intensi e eccitanti: albergo, svuota tutto, recupera pettorali, guarda gli stand, compra i gadget, sopravvivi alle temperature tropicali, osserva gli avversari…. ma che avversari? questa prova è personale non contro gli altri; Inoltre sembrano tutti enormi e giovani… ma dove sono i tapascioni?  meglio non competere direttamente.

Le bici sembrano uscite da triathlon magazine o dal garage di FRODO, la mia non è certo brutta, sicuramente tecnologicissima… e la amo molto… ma qui ci sono, SOLO, bici da chrono e ruote che fanno swoshhh… io ho una ‘bella’ bici da strada adattata!!! Mi vergogno quasi.

Tutti vanno in bici, corrono, nuotano e io mi godo un poco di riposo… non è serio, ma è bello.

Incontro l’altro Riccardo: quello forte e giovane, Lui, partecipa pure al 10000 notturno, forse, nell’egoistico desiderio di attraversare quel traguardo ben due volte. ‘Tira’ pure la vincitrice femminile.

Venerdì: colazione stratosferica. Si sale in macchina per recuperare il regalo, si va a Bologna in aeroporto a prelevare Fra. Due effetti positivi: non pensare alla gara e la possibilità di rivederlo dopo alcuni mesi. Le sensazioni sono quelle di averlo lasciato due giorni prima.

La sua presenza e quella di Marina mi danno buon umore. E’ un giorno impegnativo.

Briefing sotto il tendone a 100°C: conoscevo già tutto… ho riletto il ‘manualino’ 10 volte.

Piadina in un paese ormai occupato da TRI-UNNI che svuotano ogni riserva dei piadinari locali. Tanta tantissima ‘gente’ con magliette di finisher di ogni dove… che sport cosmopolita e ‘ricco’!

Iniziano gli arrivi degli amici… Fabbri che arriva in motoretta mentre siamo in spiaggia a rilassarci al bagno…. ‘ma senza numero del bagno ci trovavi?’

Cena nei dintorni dell’albergo per terminare il ‘carboload’: qualche parola per stemperare l’ansia crescente, le piazzate classiche di Fabbri, l’ansia di Fra: forse superiore alla mia, il desiderio di dormire di Marina. Il tempo necessario per ricevere il gruppo di amici partito da Modena nel dopo lavoro.

Vederli prima di un sonno certo non ristoratore mi infonde molto calore, persone con cui non fingere falsa tranquillità, persone che rimarranno nei ricordi di questa esperienza, non certo, non solo per questo week end, ma come tanti altri per il supporto e l’incitamento durato nove mesi, gratuito.

Purtroppo, solo il tempo per un saluto, importante, ma breve, troppo breve, il tempo stringe… domani è IL GIORNO 

SABATO 22 Settembre 2018, Per immagini, istanti e ricordi

Sveglia ore 4:30

Marina, che severamente ricorda. ‘ma non è tardi?!’

La colazione scarsa, lo stomaco non ce la fa, troppo presto e troppa tensione.

Una passeggiata notturna verso la zona cambio: IO, le borse, la fida pompa da bici, le immagini di quello che sarà e che per lunghi mesi ha totalizzato il mio tempo

‘Quanta gente in zona cambio…’ ‘pensavo di essere il primo….’ preparo la bici, posiziono le borracce. le barrette e… maledizione… ‘ho dimenticato i sacchetti per dividere il tutto… funzionerà il nastro adesivo?…’ la tensione è palpabile, ma è sicuramente condivisa dai più… tanti automi che portano avanti azioni automatiche immersi nei pensieri di un prossimo futuro

Rientro veloce verso l’albergo

nuovamente fuori, finalmente con Marina e l’alba che fa capolino

area di partenza, ma quanti siamo, che impressione, che emozione

Musica a palla, non riesco a comunicare, ma non serve

Eccitazione e tensione crescono, l’ansia cala, il desiderio di affrontare questa prova si fa preponderante

Atmosfera IronMan, quasi un film, un video di Youtube di cui si è partecipi

I minuti passano, Marina di fianco a me, che non smette di fotografare….

Gli amici ci sono, ma non si trovano, troppa gente

L’incontro, uno striscione di motivazione, una forza ulteriore, un pensiero da chi sempre ne ha

Il cuore batte fortissimo, non solo per la gara

L’abbandono: è ora, ma è difficile, vorrei rimanere, vorrei non andare, ma è ora

Il cancello sbagliato: la testa non è completamente presente… entro nel cancello del sotto l’ora del nuoto… per fortuna quasi ‘scherzandomi’ mi ricordano… (Marina) che non sono abbastanza veloce!!

Il cancello giusto: ora ci sono, sono nel gruppo giusto… questo rolling start è una figata…. Tanta ansia in meno… per ora… tra poco forse no!

L’avanzamento: sei transenne, sei file ordinate, 5 secondi e la fila si accorcia, altri cinque e mi avvicino, altri cinque e sono ancora più vicino, ahia, sono primo sul cancello, è ora, un istante e ci saremo, un istante e poi dovrò iniziare l’ultima tappa di questo viaggio

Via… neppure il tempo per pensare e si corre sul bagnasciuga, il mare è calmo, la mattina luminosa… le condizioni sono ideali

L’acqua salata è limpida, supero i primi metri dove è impossibile nuotare a meno di voler fare castelli di sabbia… Mi lascio affondare dolcemente in questo liquido salato, circondare dal tepore dell’Adriatico, oggi, da il meglio di sé: il fondo è nitido, la visibilità eccellente, rara per questi ‘lidi’. SI scorgono pesci brucare il fondale e…. meduse.

Nuoto senza fretta, la gara è lunga e guadagnare cinque minuti in questa frazione non ha senso, il gruppo distrugge quintali di meduse che rendono l’acqua ‘frizzante, pizzicorina’.. meglio allontanarsi. abbandono il gregge natatorio, il nuoto diventa un piacere, il sole è basso, l’acqua limpida, le meduse fanno capolino, ma no, non infastidiscono, fanno compagnia, sono visibili, quelle grandi colorate ed eleganti, le piccine sono noiose, ma non troppo urticanti… tutto al meglio

però è lunga… tanta strada

Out and In (Marina, Fra, altri volti): è un istante; il fondo si avvicina, è ora di alzarsi e correre per iniziare il secondo giro… ahia… le gambe sono rigide, i crampi… vedo visi amici, mi lamento un po’ dei crampi forse per scongiurare e sfatar il peggio, non è poi così tragico… rientro in acqua, è il lato più corto quindi il più è fatto, piccoli passi e si arriva lontano, il cervello ride

Un giro più lungo del previsto: ‘ma non doveva essere breve questa parte… non sembra…’

Torna l’acqua bassa, ‘ci siamo’

odo le voci prima di intravvedere i volti, ci sono tutti… anche la Manu

Interminabile corsia per il T1, ‘ma non potevano mettere una scorciatoia, non basta la maratona finale! devo proprio fare altri due chilometri…?’

La calma, dicono, è la virtù dei forti: forse non parlano della calma con cui ho affrontato la svestizione, la vestizione, il toilet break, la rimozione delle barrette dalla bici, (maledetto nastro adesivo) e la successiva partenza

Quanto è bello pedalare, l’aria è fresca, la strada pianeggiante, il sole tiepido

Le gambe girano; e come girano bene!. I primi chilometri sono tutti euforia, lo sforzo è minimo, le saline ti accompagnano con il contrasto dei colori del primo mattino, rari uccelli (poco migratori, dovrebbero esserlo, ma ci sono sempre) fanno capolino negli specchi d’acqua attraversati da un interminabile treno di bici… non stare in scia ora è veramente difficile, non c’è lo spazio fisico, per ora

Bevo e mangio come non mai, seguo il programma prefissato, meno di 170W, non tanto meno, solo un po’, una zona sicura, il tempo passa veloce, la media è elevata e senza sforzo

Siamo alla salita, ma è già finita, un istante di gara nove minuti, nessun dolore, tanto tifo. Discesa a cannone: quanto è bello andare a tutta in discesa…. superare i prudenti. Rientro a cannone… anche qui i km viaggiano veloci, la velocità è sempre sostenuta

Mancano 20 km forse meno, mi accoglie la brezza marina, ovviamente contraria: ’Burp’

Giro di boa, Davide, Marina, Francesco, altre voci, altri incitamenti.

2h e 48, perfetto, appena sotto il previsto, ma ci contavo

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Pit stop al 92° km, primo ristoro: è necessaria una sosticina, ma mannaggia c’è un unico bagno e siamo in fila… ‘pazienza investiamo qualche minuto nel relax’

Burp Burp… giro peggio, ora aumentare lo sforzo produce malessere, non c’è stanchezza fisica e nelle gambe, ma la digestione non va, devo ridurre, vediamo di quanto

Caldo caldissimo, il termometro segna 33, ma sembrano 43

Burp Burp… non migliora, ma non peggiora troppo, ‘così non raggiungerò il tempo previsto… me ne farò una ragione’

Sai che ci saranno momenti di sofferenza, sei preparato, lo hai letto, ma dovrebbero anche passare, perché non passano, non del tutto

Qualcosa ho sbagliato, un mio errore, l’alimentazione molto più abbondante che in allenamento mi ha bloccato lo stomaco, ho continui rigurgiti, non riesco più a mangiare, bevo il minimo indispensabile, ogni ingestione crea difficoltà respiratorie. Speriamo non peggiori troppo

Giro peggio, ma giro, ma che grupponi in scia…. Quello sarebbe un modo per accelerare, ma il risultato sarebbe falso

Forlimpopoli, ristoro prima della salita, è tempo di uno stop all’ombra, la testa lo desidera, seguiamo il desiderio, pochi istanti ben sprecati

Bertinoro, la salita sembra più dura, ma molti vengono superati, diversi spingono la bici…’ora pagate quelle bici da chrono e le lenticolari col 23 dietro…’

Discesa per recuperare battiti, questa volta non mi impegno lascio correre la bici, è comunque piacevole, la brezza della bici lanciata in discesa migliora umore e fastidi

Il viaggio di rientro inizia a Forlimpopoli… la discesa si trasforma in un lungo itinerario romagnolo poco entusiasmante, eppure nel primo giro sembrava più piacevole. Impressionante quanto il pensiero e lo stato fisico condizionano il piacere e l’estetica dei percorsi in bicicletta

Maledetta tangenziale, perché 10km di doppia corsia senza nulla da osservare, nulla da pensare, nulla da vedere, l’attenzione è solo sul proprio stato, Burp, Burp, sulla paura di non finire

Lo stop è necessario; alcuni istanti forse, alcuni minuti purtroppo, la lucidità è ridotta, sono al sole, appoggiato al Guard Rail, tolgo le scarpe: i piedi sono molto dolenti… lo stomaco, molto peggio. Mi appoggio e quasi centro col viso un nido di vespe… forse è ora di partire

Mancano 20km, si rientra a Cervia, la brezza è un uragano, o così mi sembra, certo non c’era prima, la posizione sulle prolunghe è insostenibile, la velocità è lenta, difficile superare i 25km/h prima erano 33, ma il vento c’è per tutti, ma sono vicino, arriverò

L’entrata a Cervia è un sollievo, il vento scompare, i piedi escono dalle scarpe, il cervello comprende che è finita anche questa parte… auspicabilmente la più lunga…

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Tempo mediocre? peggiore di quanto avrei voluto, ma come si può pretendere di non avere imprevisti su ‘viaggi’ così lunghi, potevo avere malesseri maggiori, potevo forare tre volte, potevo rompere la bici, poteva diluviare…. Accettiamo quel che capita

T2: un attimo lungo 10 minuti… fossi serio avrei dovuto impiegarne la metà…; questa panca all’ombra è così comoda….

Primo LAP: Corsa, cammino e Burp. Peccato le gambe girano, i battiti sono bassi e non sono troppo stanco, ma è dura correre con quel disagio

Giro di boa a Cervia, AMICIIII, che bello vedere volti che ti incoraggiano… il passo accelera… poi tanto calerà… è rinfrancante vedere volti familiari che ti incitano

Secondo LAP: fotocopia del primo, la temperatura del pomeriggio fa spazio a quella del ‘presera’ come direbbe Sheldon, la stanchezza aumenta… ma gli amici sono ancora li.  ‘Azzo alla fine faranno più fatica di me’

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Terzo LAP: Caporetto… la corsa è poca e il cammino è tanto, tentativi di soluzione forniscono brevi momenti di lucidità e di sollievo in questa frazione, ma è sempre più dura. Ema mi raggiunge all’uscita della piazza centrale di Cervia, mi sostiene moralmente. È chiaro che gli ultimi 12-13 km saranno un’agonia, più cammino che corsa sicuramente. Terzo giro di boa a Cervia, ancora una volta visi di persone che soffrono con me, FRA mi incita a non mollare è preoccupato con me, più di me, MA non mollerò! neppure se dovessi arrivare strisciando.

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Inizia il quarto LAP, EMA quasi corricchia a fianco.. non si può, teoricamente, non cambierebbe molto prendere una penalità… gli confido che vorrei una bottiglia di acqua ‘frizzina’… per l’ultima strategia di soluzione, lui corre velocissimo… a cercare la mia soddisfazione… in men che non si dica, ecco la bottiglietta di ‘elisir… di lunga corsa’

Un istante… la mezza bottiglia magica di acqua frizzina fa la magia… un conato di vomito e un breve stop in un luogo improbabile… e sono di nuovo VIVO! STO BENE! Tutte le energie risparmiate in precedenza sono pronte per essere spese… il malessere non c’è più, niente più ‘burp burp’… ora sono IO, le mie gambe, i miei dolori muscolari, quelli sani, un desiderio di rivalsa verso il mio stomaco… la mia, arroganza, nel pensare di non provare l’alimentazione in allenamento.  

ora si vola, rispetto a prima… si corre, si superano tantissimi potenziali IM

là in fondo in fondo, a Milano Marittima, ci sono i cartelli… un posto assurdo, un viale alberato… oddio… è notte ormai… non serve l’ombra, prima serviva, ma i cartelli hanno scandito i miei giri: 5km, 15km, 25km, ora però sono 35km, è fatta, è l’ultimo passaggio in questo viale vuoto, solo qualche breve pausa per bere un ultimo sorso di ‘qualcosa’…. E si corre ancora

Giro di boa a Cervia, siamo all’ultimo passaggio, sono ancora li… una certezza, una sicurezza, una culla in cui tornare… per sentirmi protetto. Gianca ad accompagnarmi per alcuni passi di corsa, prima di girare… la boa… mi sento volare, accelero… devo mostrare che ora sto da Dio… sono quasi arrivato… arrivato alla fine di questa avventura… li abbandono per un istante alle mie spalle, mancano ancora 2 km, inizia la corsia riservata a chi HA FINITO, non si torna verso Milano Marittima, non più, ora la Finish Line.. qui è Apoteosi, le luci ormai vicine, la voce dello speaker che grida ‘You Are an IRONMAN’… non per me, non ancora, ma manca poco

Ora si vola davvero, volo a fianco della corsia già attraversata nel T1, prima camminavo… ora volo… le gambe girano leggere, la stanchezza è nulla. L’adrenalina ha anestetizzato qualunque sensazione negativa… supero decine di atleti che si trascinano… non è male aver risparmiato energie… posso arrivare al traguardo senza sofferenze, senza dover mostrare il sorriso solo negli ultimi 100 m per dignità, ma perché ci sono veramente

Mancano cento metri, forse più, forse meno… la passerella è coloratissima, luci che ruotano, musica a palla, lo speaker che urla… triatleti che avanzano… attingo a tutto ciò che rimane, corro con ogni energia residua… non avevo immaginato come affrontare questi ultimi metri… alzo le braccia, mi viene naturale, spontaneo. HO VINTO…!!! cosa? nulla, solo una mia sfida.

Pochi metri, le voci amiche, il tuo nome, il tuo tempo, un arco, un flash, una medaglia al collo, un istante di gloria, indipendente dal tempo, per se stessi, per il lavoro svolto, per le decine di ore di sudore, per le persone che credevano in te, non per la prestazione crono, quella è per i campioni, per chi ci crede, per chi può, certo un tempo lo si immagina e lo si punta e io non l’ho centrato, ma non importa, non è lontano e non mi importa.. lo dirò anche se in fondo dirlo troppo indica che importa, un pochino importa, ma non importa

Le voci diventano volti: le nipoti, la famiglia, gli amici, anche quelli dispersi dall’altro lato della corsia di arrivo che non si vedono 😉 è surreale questa atmosfera, il cuore batte fortissimo, gli occhi faticano a trattenere qualche lacrima…

Oddio ce l’ho fatta, ho finito questa prova, ho sbagliato tecnicamente tante cose, ma ho tenuto duro, non è andata così male… e poi ho volato gli ultimi km e per come stavo quelli precedenti, ‘ne avevo ancora un sacco dentro’ o forse è adrenalina…

Fallire non era contemplato, tantomeno oggi, l’arrivo era raggiungibile, impossibile abbandonare, non finché i problemi erano fastidiosi, ma gestibili

Per me, per gli amici che erano con me e per quelli che non sono venuti, ma c’erano comunque, per chi avrebbe voluto e non è venuto, vero Mamma e Papà? avete fatto bene! non perché non avrei voluto avervi a fianco, ma sarebbe stato complicato vedervi soffrire quando io ero in sofferenza

GRAZIE

è stato un viaggio straordinario, come straordinari sono i rapporti e i legami umani, lo rifarei ancora 100 volte per ritrovare quelle emozioni, ma non sarebbe più come la prima volta,

chissà?

VOI, ma proprio VOI e quello striscione con i vostri pensieri al termine del viaggio è un regalo immenso in tutta questa esperienza, la ‘Zanfi Family’ presente fisicamente e/o virtualmente di cui ho sentito tante e tante volte l’incitamento durante il percorso, i compagni dell’MDS che hanno seguito commentando con centinaia di messaggi, durante e dopo, la gara. Tutto e tutti sono parte principale dei ricordi che mi accompagneranno a fianco dell’ultimo istante di gara

Papà e Mamma, grazie per non essere stati apprensivi, quanto mi immaginavo poteste essere, almeno tu Mamma.

ah già: Marina, hai sopportato, per parecchi mesi, scelte tutte rivolte all’organizzazione degli allenamenti… a calmare le mie ansie pre-gara (Forse no), ore a fare foto, anche quando avresti voluto essere in spiaggia, a dormire o a strafogarti di Piadina 😉 LOVE

It always seems impossible until it’s done.
Nelson Mandela

Categorie: Triathlon

1 commento

Maria · ottobre 1, 2018 alle 7:05 pm

Ho letto, mi sono immedesimata è un po’ le sensazioni che si provano quando si fa la prima maratona importante, la prima scalata importante, quando mente e corpo devono funzionare bene in sintonia e prima di partire sei eccitato e quasi pentito ma quando hai finito ti sentì un leone, e sono quei momenti che si chiamano felicità. Come una ubriacatura hai bisogno di riprovarci ancora, ma la seconda volta non sarà più così

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