ECORACE ISEO

Pubblicato da Riccardo Grandi il

È sabato, domani insieme agli amici debutterò nel primo triathlon dell’anno, la temperatura esterna è quasi soffocante il sole splende, purtroppo le previsioni per domenica non sono altrettanto positive,saranno corrette ? vedremo.

Sveglia ore 6:30 il cielo è cupo, ma non piove…. argh neppure il tempo di dirlo e inizia.. forti folate di vento che già nella notte avevano anticipato il tutto spazzano piazza guido rossa… vedremo!!

Ore 7:30 casa di Paola, arrivo leggermente in anticipo… stranamente Paola non è già giù… avrei giurato il contrario… metto in ordine il baule… e piove… eccola… espressione del.. ma chi me l’ha fatto fare… sono abituato… 🙂 carichiamo il tutto ed attendiamo il nuovo amico triathleta… Francesco… qualche errore di svolta, ma… ci trova e aggiunge il suo mezzo alla nostra collezione… ops.. ma quello è un pupazzetto sulla sella 🙂 ok… è dei nostri….

Ci avviamo verso il lago di Iseo, sede del Ecorace a cui siamo iscritti da alcuni giorni, un olimpico mosso, perfetto per iniziare la stagione…

Il cielo non promette nulla…, ma più che altro nulla di buono… il termometro dell’auto segna 11°, la pioggia sferza il parabrezza e l’auto ondeggia sotto le folate di vento… ARGHHH

Piacevole conversazione a bordo… con un neotriathleta con cui fare i FENOMEN… a cui raccontare le gesta epiche delle precedenti stagioni … (hihihi) a cui dare i consigli di navigati ‘ATLETI’… buahhhhh

Ore 9:40 ci siamo… però piove… ma piove davvero… la temperatura… beh confortevole!!  10°…. zona consegna pacchi nella piscina del paese di Provaglio d’ISEO… finalmente un luogo caldo e asciutto… peccato che i pacchi li consegnino all’aperto in un prato zuppo… ma zuppo d’acqua… e così… addio alle scarpe asciutte…

Questa gara ha zone cambio distinte, T2 nel punto in cui ci troviamo, un bel prato soffice (e bagnato) quì lascieremo l’attrezzatura per l’ultima frazione… la corsa… , rigorosamente dentro ad un sacco impermeabile 🙂

sosta bagno e via a recuperare l’attrezzatura, spogliatoio tiepido per indossare la tutina… e via in zona cambio a depositare il sacchetto. Con il sole sarebbe una figata.. così… bhè l’erba è veramente verde…..

Rientriamo e ci dirigiamo nuovamente verso l’auto per prelevare le nostre due ruote… la sensazione: freddo, freddo… aiuto…;  io decido di usare la muta per scendere verso il lago… diluvia… tanto vale … gli amici Francesco e Paola… sono dei duri… e infreddoliti, scendono vestiti leggeri… per i 6km che distano a T1, li seguo in bici Francesco quasi barcolla per il freddo… ehhh già bel debutto . hihi..

Raggiungiamo la zona cambio, vicinissima al lago, siamo moderatamente in anticipo (1 oretta) giusto il tempo per depositare la bici e anche il vento comincia  farsi sentire… figata….

Un gudice mi chiede gentilmente di correre sul tappeto ‘finoterboso’, io provvedo, obbediente, al suo cenno mi fermo… cioè provo a fermarmi, le gambe continuano e si alzano e poi il posteriore scende, ma le gambe in alto, ahi ahi… peggio del ghiaccio… io scemo, ma il giudice ‘stronzo’ poteva dirmi che non avevano tolto la plastica sopra al tappeto ‘finterboso’… veramente un deficente…. è andata bene, ma poteva andare peggio… e comunque i miei 10 minuti seduto per riprendermi me li sono fatti… (e ad una settimana di distanza ho ancora maluccio) in ambulanza (furoi a dire il vero) un paramedico (donna) mi monitorava per vedere se ero sano… si sono sano…, voleva per forza convincermi a non partire…. (sai NO) vado piano, ma sono abbastanza robusto…

Il casino impera, si entra e si esce a caso dalla zona cambio, anche l’organizzazione non era pronta a questa condizioni, i più sono avvolti con teli termici, molti tremano vigorosamente (Paola…) altri dubitano se partire o no… e anche io ho inizio a immaginarmi… ritirato… dentro ad un Bar ad aspettare gli altri

Scivolo della partenza, l’attesa, lunga, aumenta in me il desiderio di ritirarmi, invece c’è il via, l’adrenalina fa il resto, il pensiero del ritiro se ne va, cammino in coda al gruppo, non ho voglia di predere troppe botte il risultato oggi, come sempre, è secondario… plofff… azz, nessuno mi ha detto che lo scivolo finiva con l’acqua alta…. (e chi doveva dirmelo ? fatti furbo…) mi trovo mezzo metro sotto, l’unico pensiero, negativo: mi lascieranno risalire gli altri ? ebbene si dietro non c’è quasi più nessuno inizio a nuotare, passo tranquillo… comunque guadagno molte posizioni, anche se non riesco a trovare una buona scia, vabbè farò la mia andatura, nella frazione uso gli altri per evitare di controllare troppo il percorso, l’acqua e ‘fresca’, ma la muta risolve quel problema, qualche onda, qualche toccata di piede, qualcuno che si aggrappa, vabbè è un triathlon, micca una cena di gala… come sempre la frazione finisce in un istante, giusto il tempo di contare le boe, e non ho sofferto troppo, forse perchè l’andatura rilassata che spesso assumo, mi consente di non arrivare affaticato… esco,  azz, quì fa freddo, molto freddo , molto più che in acqua… poca voglia di rimuovere la muta, ma devo… rimango un eternita di tempo in zona cambio, estrarre il materiale da bici, posizionare la muta nella sacco, indossare bracciali, giacchetta… (due) e nulla entra , tutto fa attrito, veramente un eternità oltre 5 minuti… potevo anche andare a fare shopping quasi… ma di nuovo non importa…il mio agonismo è scomparso, assente.. ormai il desiderio non è fare un buon tempo, ma sottopormi a prove sempre più ‘provanti’, per me è solo un altro modo di competere probabilmente.

Si parte con la frazione in bici. Prima di inizare con i triathlon immaginavo che la frazione in bici sarebbe stata la mia migliore, è ridicolo… mi passano tutti e non solo oggi, ho l’impressione che tutti siano fenomeni… boh!!! .  La scusa del giorno è…: ho un terribile dolore ai quadricipiti, ma effettivamente li sento gelidi, non riseco ad andare in temperatura, neppure in salita, complice la pioggia non c’è verso di scaldare le gambe, procedo del mio passo, moderato, moderatissimo, lumachiforme…, tanto il peggio sarà dopo… la discesa, quella mi preoccupa, molto di più. La salita è breve, inizia una prima fase di discesa, il problema sono i piedi, nudi dentro le scrpe, diventano compeltamente insensibili … aiutoooo, fortunatamente la discesa dura un batter d’occhio, una svolta secca a destra, ancora pochi metri e ricomincia la salita , brevissima, e poi di nuovo giù, 6 km di discesa… descritti come tecnici e pericolosi…. immaginavo pendenze stratosferiche curve strette a gomito con burroni….. in realtà nulla di particolare, il peggio: la presenza di auto che mi frenano con traettorie assurde… uffa….;  i ciclisti, tanti che mi hanno superato in salita, in discesa sono attaccati ai freni…. ma perchè…. avere il fisico, evidentemente non sempre garantisce alcuna tecnica…., va bene la pericolosità di una discesa bagnata, ma molti esagerano veramente….

Discesa finita, piedi surgelati, inizia il vallonato…. l’esperienza insegna l’attesa di un gruppo, dietro niente per i primi chilometri, quindi procedo del mio passo, nel frattento arriva una coppia di stranieri, mi accodo e ci diamo alcuni cambi, buona media, raggiungiamo diversi altri TRI’atleti’ e pian piano il gruppo si infoltisce, l’andatura rallenta, però, meglio un km/h in meno in un gruppo numeroso che tirare per 20km in tre… , va bene così, il vallonato passa in un attimo e si arriva in T2, deposito la bici, provo ad indossare le scarpette, il termine provo è assolutamente reale, i piedi sono completamente insensibili e lascio fuori dalla scarpa ‘il mignolino’, rischiando di strapparlo… tanto non sento nulla… ma fortunatamente la resistenza alla calzata mi consigia di guardare…ed infatti era fuori…. aiutoooo. Con cura e tranquillità mi (s)vesto, metto il cappellino… partenza, il clima è migliorato, non c’è il sole, ma non piove, peccato che l’assenza di sensibilità ai piedi, brutta sensazione, forse anche pericolosa per eventuali appoggi sbagliati e danni da frizione… procedo, lento, ma procedo, mi fermo anche a fare ‘acqua’…. nel vigneto, molto più verde di quelli della Montefortiana. Il percorso è ondulato…, parecchio, ciottolato in salita, sentieri fangosi e scivolosi, su cui più che correre si pattina, poi asfalto.  Tre giri da fare,  dopo le prime sensazioni negative causate dal fango, non terribile… il primo giro va, i piedi si sono ripresi, il freddo è andato… potenza del running… al secondo giro intravedo la Paola pochi minuti in ritardo (fittizio… lei è partita dopo) continuo del mio passo sperando che non mi superi, umiliandomi completamente, fortuatamente anche nell’ultimo giro la vedo dietro, manca un km…, piuttosto muoio!  Discesa prima dell’arrivo rifiato, mancano trecento metri, il prato, bagnato…. sfrutto questi ultrimi metri per rimuove i chili di fango dalla scarpe…. il gonfiabile, accelero un poco…. Arrivo… Bravo, ho finito contro le avversità, mi giro e attendo Paola, se prenderà lo stradello del terzo giro, vinco (impossibile, se non ha avuto problemi) se imbocca il traguardo NO, ovviamente imbocca il traguardo… di buon passo; come sempre una garanzia… agonistica…. e come sempre…. le prime parole…. ‘sono arrivata ultima’…. e io… seeee!!!.

Attendiamo FRANCESCONUOVOAMICOTRIATHLETADELLMDS e poco dopo arriva… con un passo di corsa decisamente migliore del mio… sigh… sarà la mia unica vittoria su di lui…. e ‘per fortuna’ ha avuto problemi nella frazione di nuoto… altrimenti

È uscito il sole, e i relativi sorrisi, ovviamente siamo in attesa della premiazione di PAOLA…. seconda di categoria…. e ti pareva 🙂 è forte fisicamente e mentalmente, è determinata…, sa soffire…. tutte qualità che sono una garanzia

Rimane un pensiero, non me l’ha ordinato nessuno, non posso lamentarmi, la realtà e che nonostante tutto mi sono divertito un sacco, questo a prescindere dal risultato, dal tempo, dal meteo… anzi… quando l’ambiente è ostile la soddisfazione è anche maggiore

è bello aggiungere amici con cui condividere le proprie passioni

Categorie: Triathlon

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